AKNO e la tutela dell’ambiente
AKNO non è solo un’azienda di costruzioni e di gestione di grandi proprietà immobiliari, famosa per i suoi business park di nuova concezione, ma è anche una realtà del tessuto economico mondiale che si batte per la tutela dell’ambiente.
Pensiamo, infatti, che sia responsabilità di ognuno, ma soprattutto di chi costruisce e gestisce grandi strutture per uso civile, commerciale o industriale, cercare di mettere in campo tutte le possibili azioni volte alla tutela dell’ambiente, in un’ottica molto ampia, che tenda a comprendere ogni influenza che l’uomo ha, nel suo operare, sulla salute del pianeta.
Per questo, tra l’altro, aderiamo al programma LEED (The Leadership in Energy and Environmental Design), un sistema di classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici che, dalla sua nascita nel 1998 negli USA, si è sempre caratterizzato per la trasparenza dei criteri valutativi e per la discussione pubblica di tali criteri, coinvolgendo professionisti e scienziati.
Quello che più ci piace del sistema LEED è proprio il fatto di essere aperto ai contributi che la scienza e la tecnica continuamente offrono a chi opera in edilizia e impianti. Riteniamo, infatti, che solo attraverso un continuo processo di improvement scientifico e tecnologico si possano raggiungere gli obiettivi più sfidanti in tema di tutela ambientale.
Non ci dimentichiamo, poi, che la salvaguardia dell’ambiente, quando viene realizzata in modo intelligente, rappresenta spesso anche un risparmio economico per chi dovrà gestire la struttura e proprio attraverso strumenti tecnici come quello di cui parliamo oggi, il biogas, è possibile coniugare l’efficienza economica con l’ecosostenibilità.
Da dove nasce il biogas?
Come si intuisce dalla parola stessa il biogas è un combustibile gassoso ricavato da un processo biologico, ossia dall’azione di esseri viventi su materiale organico. La sua composizione è variabile a seconda del tipo di materiale da cui proviene, ma ha una percentuale di metano estremamente elevata, che in alcuni casi raggiunge anche la totalità della parte combustibile del gas prodotto.
Il principio su cui si basa la produzione del biogas è la fermentazione, operata da particolari batteri, di sostanze organiche di diversa natura e di origine animale o vegetale. In una prima fase, che avviene solitamente in poche ore e che ha bisogno di ossigeno, la massa organica perde anidride carbonica e acqua ed aumenta la propria mineralizzazione, preparando la successiva fase di produzione del metano.
Se al termine di questa fase aerobica le sostanze organiche si trovano in totale assenza di ossigeno, i batteri possono iniziare la fase anaerobica, che inizia con la produzione di acidi e che prosegue poi con un’abbondante liberazione di metano, unito all’anidride carbonica. Questa seconda fase, che costituisce il momento di vera produzione del biogas, è sfortunatamente una reazione sempre incompleta e va regolata con condizioni di temperatura adeguate per massimizzarne la resa.
Il materiale organico che può essere utilizzato per produrre biogas è molto vario, ma da un punto di vista pratico vengono attualmente utilizzate solo alcune delle soluzioni teoricamente possibili. Una di esse è quella di utilizzare gli scarti dell’industria agro-alimentare, tra cui trinciati di diverse colture come mais e sorgo, o anche di coltivare appositamente alcune piante allo scopo, quali la canna, le bietole, il grano, oltre ai già citati mais e sorgo.
Un secondo metodo per ottenere una massa organica da fare digerire ai batteri è quello di sfruttare gli scarti dell’industria zootecnica, come carcasse di animali, letame o deiezioni di vario tipo, mentre è possibile anche ricavare le sostanze organiche necessarie dalla raccolta dei rifiuti urbani, meglio ancora se differenziata.
Trattare i rifiuti per ottenere biogas
La quota di materiale organico presente nei normali rifiuti urbani si aggira tra il 30 e il 40% e può costituire un’interessante fonte di sostanza da digerire per ricavare biogas. L’interesse per questo tipo di filiera produttiva nasce dal fatto che, oltre a produrre energia attraverso il combustibile ottenuto, essa contribuisce a risolvere il grave problema della gestione dei rifiuti la cui mole, come sappiamo, tende spesso a diventare tale da non consentire soluzioni semplici ed ecologicamente sostenibili per il suo smaltimento.
È possibile ricavare il biogas direttamente dalle discariche, in cui i processi biologici che abbiamo descritto in precedenza avvengono spontaneamente, ma questa soluzione, pur avendo il vantaggio di un basso costo di impianto e di una certa semplicità di gestione, lascia le reazioni che liberano metano pesantemente incomplete e quindi produce molto meno biogas rispetto a quello che sarebbe possibile ottenere controllando meglio le fasi del processo.
La soluzione che AKNO adotta in molte sue strutture è quella di realizzare degli impianti di fermentazione direttamente nelle prossimità degli edifici che utilizzeranno l’energia ricavata dal biogas. Per alimentare la massa organica che viene costantemente digerita nelle strutture di fermentazione utilizziamo rifiuti urbani organici provenienti da raccolta differenziata.
In questo modo otteniamo un bilancio molto positivo anche per quanto riguarda l’impronta del carbonio dei nostri edifici, ossia la quantità di anidride carbonica emessa per fare funzionare i loro impianti. Infatti, le reazioni di produzione del biogas liberano meno CO2 rispetto a quella che si otterrebbe trattando i rifiuti in altro modo e, anche se la combustione del biogas produce comunque anidride carbonica, il bilancio globale tra questa filiera e quella della produzione dell’energia in altro modo, smaltendo tradizionalmente i rifiuti, resta positivo.
Come si utilizza il biogas?
La digestione dei rifiuti organici avviene in fermentatori in cui la temperatura viene sempre tenuta sotto controllo, così come l’umidità della massa e la percentuale di metano prodotta sul totale del gas emesso. Il biogas così ottenuto viene poi stoccato in appositi serbatoi e può essere utilizzato sostanzialmente per due scopi differenti.
È possibile, infatti, bruciare direttamente questo combustibile nella caldaia di un impianto di riscaldamento, ottenendo tra l’altro anche il calore necessario a mantenere sotto controllo la temperatura delle strutture di fermentazione, oppure alimentare col biogas un motore a combustione interna che, attraverso un generatore sincrono, produce energia elettrica.
In entrambi i casi si ottiene una diminuzione del consumo di combustibili fossili, la cui estrazione e trasporto rappresentano una grave fonte di inquinamento per il pianeta, e si possono ottenere anche notevoli risparmi economici nella gestione degli impianti a fronte di un investimento iniziale piuttosto contenuto.